Brignone: “I miei sogni: essere in gara e fare la portabandiera a Milano. È la città dove sono nata”

Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

Brignone: “I miei sogni: essere in gara e fare la portabandiera a Milano. È la città dove sono nata”

Brignone: “I miei sogni: essere in gara e fare la portabandiera a Milano. È la città dove sono nata”

Il mio sogno olimpico è cominciato guardando i Giochi estivi di Atene 2004 in televisione. Nel 2006 poi, con i Giochi a Torino, mi organizzai con un gruppo di amici per assistere dal vivo al gigante e allo slalom maschili al Sestriere.

Avevo appena iniziato a fare gare internazionali, e vedere le ragazze che correvano le FIS con me partecipare all’Olimpiade mi diede la motivazione per diventare un giorno una delle protagoniste di questo grande evento. E quel giorno arrivò a Vancouver 2010, il primo anno in cui gareggiai fissa in Coppa del mondo. Ricordo che mi qualificai in gigante grazie al terzo posto di Aspen, partendo con il pettorale 34 e a due successivi quarti posti. Fu bello solo esserci anche se in gara feci subito un errore e arrivai solamente diciottesima. Pochi giorni dopo però vissi dal vivo l’oro di Razzoli in slalom, un’emozione che non scorderò mai.

Delle successive edizioni di Sochi 2014 e PyoengChang 2018 dove conquistai il mio primo bronzo in gigante, riuscii anche a vivere l’atmosfera a cinque cerchi, assistendo da tifosa a tante gare di altre discipline.

Mi è sempre piaciuto vivere la condivisione e i Giochi sono l’occasione perfetta per farlo. Oltre al biathlon, che mi colpì particolarmente, rimasi impressionata dal salto con gli sci, ma pure bob e slittino sono spettacolari. Poi siamo arrivati a Pechino 2022, un’altra Olimpiade vissuta molto lontana da casa, dove mi sono mancati i tifosi. In Cina eravamo totalmente isolati e mi concentrai esclusivamente sulla performance: alla fine dal punto di vista sportivo andò benissimo con l’argento in gigante e il bronzo in combinata.

Oggi mancano 100 giorni a Milano Cortina 2026: un’Olimpiade in Italia è qualcosa di unico e speciale da vivere, ma trascina con sé tanto stress. Ci sarei voluta arrivare con la possibilità di competere per tre medaglie, pur sapendo che anche un solo podio sarebbe una cosa molto speciale. Dopo l’infortunio di quasi sette mesi fa mi rimangono due sogni: presentarmi al via da atleta e avere l’onore di portare la bandiera dell’Italia alla cerimonia d’apertura di Milano, dove sono nata.

lastampa

lastampa

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow